Parole della lingua napoletana, quasi dimenticate
CIACIONA o anche SCIASCIONA
Le parole sono uguali, la fonetica è quasi lo stesso, è il modo di scriverle che è diverso e derivano da una parola che in italiano significa carne: CICCIA. Nel napoletano antico c’è un vocabolo, oggi desueto, per indicare la carne fresca e morbida dei bambini: “sciascella oppure ciacella”.
Da ciacella a Ciaciona, il passo è breve ed appunto la ciaciona ( o sciasciona) sta ad indicare una donna in “carne” ovvero una donna non grassa, ma giunonica, abbondantemente fornita, dalle forme opulente ma dalla linea morbida; una bellezza tipo Serena Grandi prima maniera, una Elisa D’Ospina o Vanessa Incontrada.
Sempre da CARNE ne deriva il verbo Sciaciare, che in forma riflessiva è “sciasciarse” (o “ciaciarse”), vuol dire “ristorare la propria carne.” In una parola: godere. Si creda anche derivi dal verbo latino IACERE = giacere ,riposarsi, giacere, languire, oziare, restare inoperoso…….godersi la vita.
Per Il napoletano quindi ci sono mille e uno modi di “ciaciarse”: quelli già detto … ma soprattutto il principe dei godimenti è certamente quello sessuale.
La parola ciaciona o sciasciona è usata in parecchie canzoni napoletane o ne è il titolo.
CiaciareIla è il diminutivo più usato ma soprattutto come vezzeggiativo.
La forma maschile è sciascione che significa uomo, ragazzo placido e tranquillo spesso anche in carne è anche usato il diminutivo- vezzeggiativo di sciascíllo ovvero bimbo, ragazzo grassoccio ed alquanto sciocchino , vedi il film operazione San Gennaro.